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venerdì 7 dicembre 2018

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giovedì 6 dicembre 2018

parole italiane o greche?

Barbaro

Questo termine, usato per indicare una persona primitiva e rozza, nell’antica Grecia si riferiva a tutti coloro che non parlavano il greco o lo parlavano male. Il βάρβαρος (bárbaros) è colui che “dice bar-bar” o “che balbetta”.



Grammatica 

La Grammatica, in origine [τέχνη] γραμματική ([technē] grammatikē),  ossia “arte di scrivere” ha iniziato in piccolo : Γράμμα (gramma) significa infatti “cosa scritta” o addirittura “lettera“.


Calligrafia

La parola calligrafia si compone di καλός (kalós, “bello”) e il suffisso -γραφή (-graphē) o -γραφία (-graphía) dal verbo greco γράφειν (graphein, “scrivere, disegnare”).


Retorica

Con i suoi numerosi pensatori, non sorprende che la cultura greca antica ci abbia tramandato, oltre ai principi della retorica, anche il termine stesso per definirla. Retorica  deriva dal greco antico ῥητορική [τέχνη] (rhētorikḗ [téchnē]), “l’arte del parlare”.

Sinonimo 

La parola Sinonimo deriva dal latino synōnymum, che a sua volta deriva dal greco antico συνώνυμος (synōnymos), ovvero “con lo stesso nome“. Quest’ultimo termine è composto dal suffisso συν (syn, “con”) und ὄνυμα (ónyma, “nome”).


Telefono

Il termine Telefono deriva dal greco antico τῆλε (tēle), ossia “lontano”, e φωνή (phōnē), che significa “suono, tono, voce, parola”. 

i grecismi

I grecismi

grecismi sono parole, forme, costrutti di origine greca introdotti in italiano in epoche diverse (prestiti). Un nutrito gruppo di voci greche si era già acclimatato nel latino d’età classica e postclassica, e da qui si è introdotto nella nostra lingua a partire dai testi più antichi: si pensi ai nomi di oggetti quotidiani e domestici (ampollaborsacanestro, ecc.), alla terminologia ittica (balenadelfino, cefalo, ecc.), ai termini di base della filosofia e delle scienze dell’antichità (filosofiaretoricaaritmeticageometria, geografia, ecc.), alla lingua speciale dei cenacoli cristiani
(apostolobattesimo,martirio, ecc.). Alcune di queste parole presentano una doppia forma dipendente dalla loro trafila: per es., il gr. krýpte «luogo sotterraneo coperto» ha avuto un duplice esito: lat. colto crypta e lat. tardo parlato crupta, dal quale discendono in italiano (con specializzazione semantica) cripta e grotta.
Il travaso di elementi lessicali greci è continuato anche in epoca altomedievale. Al greco bizantino risalgono voci comuni (anguriabasilicoindivialastrico, ecc.), voci marinaresche – spesso penetrate attraverso Venezia e il suo territorio – relative a imbarcazioni (galeragondola) o ad attrezzi e operazioni marittime (argano,moloormeggiaresartia, ecc). Un numero consistente di parole riconducibili a un etimo greco è penetrato anche nei dialetti, in qualche caso arrivando da qui nella lingua comune.

composti neoclassici

C’è da osservare che il greco delle parole scientifiche in molti casi si modella sul greco classico solo superficialmente. Uno dei capisaldi che regolano la neologia delle scienze moderne è rappresentato dal meccanismo della produttività morfolessicale potenzialmente illimitata.
La maggior parte dei neologismi specialistici è costituita da composti bimembri o trimembri formati da elementi prefissoidali o suffissoidali estratti da parole greche (auto-, demo-, filo-, idro-, ecc.; -fobia, -logia, -mania, -patia, ecc.) e spesso risemantizzati secondo le esigenze degli scienziati . 
Nel 1787 Lavoisier, per es., fondando ex novo la nomenclatura della chimica moderna, aveva utilizzato il suffisso -geno nei composti oxygène ehydrogène, diffusi da allora con minimi adattamenti in tutte le lingue moderne: ma tali composti neologici non erano conformi al significato passivo che quel suffisso aveva nel greco classico (-genés «che è nato»; cfr. eugenés «di nobile nascita»), ma a un nuovo significato attivo «che genera, che produce», esteso da quel momento ad altre scienze (termogenoelettrogenopatogeno, ecc).
Il nuovo interesse rinascimentale e postrinascimentale per lo studio del greco ha prodotto anche riflessi linguistici in itinere, alcuni attivi in tutte le lingue moderne, altri limitati a singoli idiomi. Tra i secondi, si può citare un fenomeno tipico della lingua colta nella quale si è iniziato ad assegnare un morfema -a ‘ipergrecizzante’ sul modello dei maschili greci in -(poetaproblemateorema e sim.) a numerosi grecismi che avevano una terminazione -o (gr. -os): cataclismo→ cataclismasismo → sismaautodidatto → autodidattasofismo → sofismacardiopalmo → cardiopalma, ecc.

mercoledì 5 dicembre 2018

l'iliade




















Introduzione teatrale

lettura metrica


Rosa Calzecchi Onesti

Canta, o dea, l'ira d'Achille Pelide,
rovinosa, che infiniti dolori inflisse agli Achei,
gettò in preda all'Ade molte vite gagliarde
d'eroi, ne fece il bottino dei cani,
di tutti gli uccelli — consiglio di Zeus si compiva —
da quando prima si divisero contendendo
l'Atride signore d'eroi e Achille glorioso.
Ma chi fra gli dèi li fece lottare in contesa?
Il figlio di Zeus e Latona; egli, irato col re,
mala peste fe' nascer nel campo, la gente moriva,
perché Crise l'Atride trattò malamente.
[Omero, Iliade, traduzione di Rosa Calzecchi Onesti, Einaudi, 1990]

G. Cerri

Canta, o dea, l'ira di Achille figlio di Peleo,
rovinosa, che mali infiniti provocò agli Achei
e molte anime forti di eroi sprofondò nell'Ade,
e i loro corpi fece preda dei cani
e di tutti gli uccelli; si compiva il volere di Zeus,
dal primo istante in cui una lite divise
l'Atride, signore di popoli, ed Achille divino.
Ma chi fu, tra gli dèi, colui che li spinse a contesa?
Fu il figlio di Leto e di Zeus: adiratosi contro il re,
scatenò sull'esercito un morbo maligno, e la gente moriva,
perché il figlio di Atreo non aveva fatto onore a Crise.
[Omero, Iliade, traduzione di G. Cerri, Rizzoli]

 Vincenzo Monti

Cantami, o Diva, del Pelìde Achille
l'ira funesta che infiniti addusse
lutti agli Achei, molte anzi tempo all'Orco
generose travolse alme d'eroi,
e di cani e d'augelli orrido pasto
lor salme abbandonò (così di Giove
l'alto consiglio s'adempía), da quando
primamente disgiunse aspra contesa
il re de' prodi Atride e il divo Achille.
E qual de' numi inimicolli? Il figlio
di Latona e di Giove. Irato al Sire
destò quel Dio nel campo un feral morbo,
e la gente pería: colpa d'Atride
che fece a Crise sacerdote oltraggio.
[Omero, Iliade, traduzione di Vincenzo Monti, Casa Editrice G. D'Anna, 1960]

l'odissea


Odisseo e il nuovo modello letterario
Schema dell'opera:



  • la Telemachia (libri I-IV): i primi quattro canti dell’Odissea sono dedicati al figlio di Ulisse, Telemaco.

  • I viaggi di Odisseo (libri V -XII): narrano il naufragio di Ulisse a seguito della furia di Poseidone presso i Feaci, nell’isola di Scheria, e la sua permanenza sull’isola. Segue la narrazione di alcune sue imprese.





  • Il ritorno e la vendetta di Odisseo (libri XIII - XXIV): qui vengono trattati il ritorno ad Itaca di Ulisse e la sua vendetta contro i Proci.





martedì 4 dicembre 2018